Per adesso l’ unica novità visibile è che dalla pay tv sul digitale terrestre è sparito il marchio La7 e si chiama solo Cartapiù. Tra un mese, si aggiungerà una seconda parola: «Dahlia».
E quello sarà il segnale d’ avvio delle trasmissioni del bouquet organizzato dagli svedesi di Air Plus Tv, subentrati nella payperview a Telecom Italia e a cui si sta dedicando l’ amministratore delegato Fabrizio Grassi, in queste settimane sempre in viaggio tra Italia, Svezia e Stati Uniti dove sta mettendo a punto gli ultimi dettagli della partita dei diritti con le major. Air Plus opererà anche in Italia con il marchio Dahlia Tv che usa già in Spagna.
Subentrerà a Ti Media nei diritti del calcio relativi che riguardano cinque squadre di Serie A e tutta la B. Poi si aggiungeranno dei canali di taglio cosiddetto ‘maschile’ : quindi sport, anche estremi, viaggi, scienza e un po’ di «eros». Questa è perlomeno la miscela che Air Plus ha già sperimentato in Svezia, Finlandia e Spagna.
I mezzi per giocare un ruolo non di nicchia sul mercato italiano, accanto ad un concorrente ingombrante come Mediaset, Air Plus li ha tutti. Infatti fa capo a Investor Ab, una finanziaria che detiene il portafoglio di partecipazioni industriali dei Wallenberg, una delle più potenti famiglie svedesi, con interessi in gruppi come Electrolux, Ericsson e Scania. Nel board di Air Plus figura anche Paolo Dal Pino che è stato l’ advisor dello sbarco sul mercato italiano della società svedese. Un ruolo che è stato specificato Dal Pino ricopre a titolo personale. Una precisazione resa necessaria dal fatto che Dal Pino è anche senior advisor di Cyrte Investments, il fondo creato da Jon De Mol, e che detiene tra l’ altro la quota di De Mol nel consorzio che ha rilevato Endemol da Telefonica e in cui è in compagnia di Goldman Sachs e di Mediaset.
Fonte: La Repubblica