L'operazione per il salvataggio di Dahlia Tv era già praticamente chiusa, erano già arrivate le bozze dei contratti, e le parole di ieri dell'a.d. di T.I.Media, Giovanni Stella, che ha affermato di ritenere poco probabile il salvataggio della Tv digitale, hanno prima provocato la reazione di Sergio Chiusano, a.d. di Made e promotore del progetto, che si e' detto esterrefatto e poi, secondo quanto riferito da una fonte a conoscenza della vicenda, hanno provocato anche l'irritazione della Lega Calcio che "si è sentita presa in giro".
Secondo la fonte la Lega Calcio ha anche inviato una richiesta formale a T.I.Media per chiarire la sua posizione e affermare in modo netto se accetta o meno il progetto. Una richiesta che pone anche un tempo limite fissato entro la serata di oggi, scadenza necessaria per attivare tutte le procedure per far cominciare domani la nuova Dahlia. In caso contrario la prima partita che non sarà più vista dagli abbonati che hanno regolarmente pagato l'abbonamento sarà l'anticipo Padova-Piacenza delle 19.00 e alle 21.00 Livorno-Ascoli.
La fonte ha spiegato poi che le parole di Stella hanno avuto una forza dirompente anche perchè erano già al lavoro gli esperti delle varie controparti per preparare i contratti definitivi, sulla base delle bozze già in mano alle società. Nonostante l'inaspettata uscita di T.I.Media questa mattina il liquidatore di Dahlia ha presentato domanda di concordato preventivo.
Niente, ha concluso la fonte, viene lasciato intentato per trovare la quadra in extremis
Per cercare di trovare una soluzione alla vicenda Dahlia che possa consentire di proseguire nelle trasmissioni delle partite di calcio di 8 squadre di serie A e di tutta la serie B si starebbe lavorando anche sulla base di un piano che avrebbe il sostegno dell'Antitrust. E' quanto afferma una fonte vicina alla vicenda che spiega come il piano prevederebbe che la Lega Calcio ritorni in possesso dei diritti Tv e che gestisca e produca le partite autonomamente mentre T.I.Media resterebbe solo come fornitore della banda e non più anche come socio. Inoltre, aggiunge la fonte, ci sarebbe anche la disponibilità dei Wallemberg a mettere una certa quantità di soldi piu' che altro per non uscire dall'investimento in Italia con la macchia di un default.
Fonte: Dow Jones