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Sab, 13 Nov 2010

''Mediaset Extra'' il nuovo canale digitale free

Ormai lo sappiamo da tempo: la tecnologia digitale terrestre porta più canali rispetto all'era analogica. Lo abbiamo visto in questi anni con la nascita di molte tv tematiche o semigeneraliste e il fenomeno oggi è più vivo che mai.

Non a caso proprio ieri Mediaset ha fatto partire, un po' a sorpresa, la campagna pubblicitaria per la nascita del suo nuovo canale, che prenderà il via il prossimo 26 novembre, in concomitanza con lo switch off di Milano e della Lombardia. Mediaset Extra è presentato come la rete in cui sarà concentrato «tutto il meglio di Canale 5, Italia 1 e Rete 4» per vedere quanto si è perso e rivedere quello che più è piaciuto.

Sin dal nome, ma anche dalla funzione di catch up tv, richiama in modo netto il canale Rai Extra che, quasi per un gioco del destino, proprio quel giorno cederà il passo a Rai 5, il nuovo canale Rai dedicato alla cultura. Inoltre, visto il carattere free della nuova rete, ci chiediamo che ne sarà di Mediaset Plus, un canale con una funzione molto simile in onda sulla piattaforma Sky? Che sia arrivato il momento di cessare definitivamente i rapporti con il gruppo di Murdoch?

Fonte: digital sat

Mer, 06 Ott 2010

La tv digitale arriva in Lombardia E nasce la rete dedicata alla città

Un passaggio obbligato, quello verso il digitale terrestre. Entro il 26 novembre tutti i lombardi (entro il 12 dicembre 2012 tutti gli italiani) vedranno i programmi televisivi in forma digitale e non più analogica. È la tecnologia, bellezza. E anche chi fatica a masticarla, chi ignora di trovarsi nella fase Dso (dall’inglese «digital switch over» ossia il periodo intermedio, quello in cui coesistono entrambi i sistemi) dovrà accettarne le novità con saggia accondiscendenza. Anche se si vedrà costretto ad acquistare un nuovo apparecchio, il decoder, a maneggiare un nuovo telecomando o, peggio del peggio, a non ritrovare più la propria trasmissione preferita. Già. Quest’ultima eventualità, effetto della scarsa copertura, è uno degli effetti collaterali del nuovo sistema in fase iniziale, «col tempo però si risolverà» ci rassicurano gli esperti. Ma andiamo con ordine. La televisione del futuro è quella digitale, ci garantisce più programmi (ogni canale ne può contenere fino a dieci, una volta che siano stati digitalizzati e «compressi»), una maggior qualità delle immagini e minor inquinamento elettromagnetico. Se non abbiamo un televisore nuovo capace di ricevere autonomamente le trasmissioni digitali, dobbiamo acquistare un decoder, un piccolo apparecchio da sistemare vicino allo schermo. Poi c’è il telecomando, anzi i telecomandi. Se non se ne ha uno «universale» bisogna comprarne uno adatto al decoder, nei casi più fortunati, invece, basta inserire una chiavetta. E l’antenna? È la stessa che si usava per le trasmissioni analogiche ma attenzione: alcuni impianti vecchi richiedono una revisione, «per i sistemi centralizzati è previsto un adeguamento nel 20-30 per cento dei casi» precisano gli addetti ai lavori. Sappiatelo prima di affrontare la prossima riunione di condominio: anche le revisioni delle antenne costano. E soprattutto non servono a nulla quelle da interni, quelle con la forma a U che una volta venivano regalate con i televisori (analogici). Non dimentichiamoci un altro aspetto: se non stacchiamo la spina il decoder resta in «stand by», consuma poco ma consuma lo stesso. Per informazioni il ministero delle Comunicazioni ha aperto un numero verde 840.022.000, c’è poi il sito www.digitaleterrestrefacile.it che, se dovesse scomparire il programma da un momento all’altro, aiuta a sintonizzarsi manualmente. E per chi proprio non ne volesse sapere di spendere soldi per affrontare la nuova era del digitale ci sono sempre i consigli di you tube: due apprendisti inventori insegnano a creare un decoder con tre patate, un telefono e la carta stagnola, il video è già stato cliccato 271.269 volte. Una novità, effetto del digitale. Ai primi di novembre Telelombardia aprirà una nuova rete, «Milano now», dedicata all’informazione e agli approfondimenti milanesi. Cronaca, politica cittadina e sport. Non solo. «Seguiremo gli eventi dell’intera provincia, spesso trascurati - anticipa il direttore Fabio Ravezzali - Saranno diciotto i giornalisti impegnati a raccontare la grande Milano, con approfondimenti e notizie sempre aggiornate. Crediamo molto nel fatto che il digitale richieda reti sempre più specializzate». Ravezzali cita il successone di «Top calcio 24» da due mesi sul digitale, «su una frequenza non facile da trovare. Nonostante ciò facciamo da 350 a 450mila contatti al dì, gli stessi numeri di Sky».Un passaggio obbligato, quello verso il digitale terrestre. Entro il 26 novembre tutti i lombardi (entro il 12 dicembre 2012 tutti gli italiani) vedranno i programmi televisivi in forma digitale e non più analogica. È la tecnologia, bellezza. E anche chi fatica a masticarla, chi ignora di trovarsi nella fase Dso (dall’inglese «digital switch over» ossia il periodo intermedio, quello in cui coesistono entrambi i sistemi) dovrà accettarne le novità con saggia accondiscendenza. Anche se si vedrà costretto ad acquistare un nuovo apparecchio, il decoder, a maneggiare un nuovo telecomando o, peggio del peggio, a non ritrovare più la propria trasmissione preferita. Già. Quest’ultima eventualità, effetto della scarsa copertura, è uno degli effetti collaterali del nuovo sistema in fase iniziale, «col tempo però si risolverà» ci rassicurano gli esperti. Ma andiamo con ordine. La televisione del futuro è quella digitale, ci garantisce più programmi (ogni canale ne può contenere fino a dieci, una volta che siano stati digitalizzati e «compressi»), una maggior qualità delle immagini e minor inquinamento elettromagnetico. Se non abbiamo un televisore nuovo capace di ricevere autonomamente le trasmissioni digitali, dobbiamo acquistare un decoder, un piccolo apparecchio da sistemare vicino allo schermo. Poi c’è il telecomando, anzi i telecomandi. Se non se ne ha uno «universale» bisogna comprarne uno adatto al decoder, nei casi più fortunati, invece, basta inserire una chiavetta. E l’antenna? È la stessa che si usava per le trasmissioni analogiche ma attenzione: alcuni impianti vecchi richiedono una revisione, «per i sistemi centralizzati è previsto un adeguamento nel 20-30 per cento dei casi» precisano gli addetti ai lavori. Sappiatelo prima di affrontare la prossima riunione di condominio: anche le revisioni delle antenne costano. E soprattutto non servono a nulla quelle da interni, quelle con la forma a U che una volta venivano regalate con i televisori (analogici). Non dimentichiamoci un altro aspetto: se non stacchiamo la spina il decoder resta in «stand by», consuma poco ma consuma lo stesso. Per informazioni il ministero delle Comunicazioni ha aperto un numero verde 840.022.000, c’è poi il sito www.digitaleterrestrefacile.it che, se dovesse scomparire il programma da un momento all’altro, aiuta a sintonizzarsi manualmente. E per chi proprio non ne volesse sapere di spendere soldi per affrontare la nuova era del digitale ci sono sempre i consigli di you tube: due apprendisti inventori insegnano a creare un decoder con tre patate, un telefono e la carta stagnola, il video è già stato cliccato 271.269 volte. Una novità, effetto del digitale. Ai primi di novembre Telelombardia aprirà una nuova rete, «Milano now», dedicata all’informazione e agli approfondimenti milanesi. Cronaca, politica cittadina e sport. Non solo. «Seguiremo gli eventi dell’intera provincia, spesso trascurati - anticipa il direttore Fabio Ravezzali - Saranno diciotto i giornalisti impegnati a raccontare la grande Milano, con approfondimenti e notizie sempre aggiornate. Crediamo molto nel fatto che il digitale richieda reti sempre più specializzate». Ravezzali cita il successone di «Top calcio 24» da due mesi sul digitale, «su una frequenza non facile da trovare. Nonostante ciò facciamo da 350 a 450mila contatti al dì, gli stessi numeri di Sky».

Fonte: il giornale

Mer, 29 Set 2010

Da venerdì 1° ottobre per la prima volta in assoluto in Italia andrà in onda la televisione in 3D. Mediaset Premium metterà a disposizione dei suoi abbonati il primo film in tre dimensioni grazie all’offerta Premium On Demand. La programmazione in 3D, visibile in ogni momento della giornata, esordirà con il film “La leggenda di Beowulf” di Robert Zemeckis, seguito poi da “Viaggio al centro della terra” e così proseguirà in futuro con l’offerta di un catalogo esclusivo tutto in tre dimensioni.

Ma come fare per vedere i film in 3D sul digitale terrestre? Per vedere in esclusiva i film in tre dimensioni sono necessari un decoder Premium On Demand HD (come ad esempio il decoder TeleSystem TS7500HD), l’abbonamento Premium e un televisore FULL HD abilitato al 3D. (Vedi qui come fare per avere Mediaset Premium On Demand) Dal 1° ottobre il decoder on demand scaricherà automaticamente sul proprio hard disk i primi titoli in tre dimensioni tra i 50 film offerti ogni mese. Collegando il decoder al TV con un cavo HDMI digitale e inforcando i colorati occhialini potrai godere la visione on demand della straordinaria programmazione di Mediaset Premium in tre dimensioni anche prima delle uscite al cinema. Il catologo 3D di Mediaset Premium On Demand offrirà ai suoi abbonati titoli non ancora usciti nei cinema 3D come “Harry Potter e i doni della morte“, “Cattivissimo me“, “Legend of the guardians“, e ancora anteprime tv assolute per il 2010 come “The Hole“, “Final destination“, “Il richiamo della foresta“, “Scontro tra titani“, “Cani & gatti – La vendetta di Kitty“, e infine riproposizioni in tre dimensioni di opere del catalogo come “Coraline” e “San Valentino di sangue”.

Fonte: TGcom

Mer, 22 Set 2010

Tarak Ben Ammar: ''Sky vuole frequenze gratis sul DTT? Mi ridiano i soldi''

Tarak Ben Ammar, è l'incrocio fra un personaggio di Scott Fitzgerald e un Enrico Cuccia geneticamente modificato. Quando ti punta il dito contro non sai mai se, in quel momento, quel dito rappresenti l'indice Mibtel o l'indice alla luna con cui Federico Fellini ordinava i ciak all' aiuto regista. Produttore televisivo - cinematografico e finanziere, anni 61, laureato in Francia e a Washington, nipote di Bourguiba - il Garibaldi tunisino -, parlatore di sei lingue, Tarak ora consuma la maturità tra Mediobanca, Generali, Telecom nei cui cda svetta.

A proposito di Rupert Murdoch... «Mi sta chiedendo se sono arrabbiato perché l'Europa, nella gara perl'assegnazione delle frequenze digitali terrestri, mi obbliga a far partecipare il mio amico Rupert che ha già il monopolio della tv a pagamento satellitare ed ha raggiunto fatturati da capogiro...»

Mi legge nel pensiero. Immagino che sarà un tantino alterato, considerando che anni fa la stessa Europa l'ha obbligata a comprargliene due... «Non sono arrabbiato, basta che qualcuno - governo, Murdoch, Europa- mi ridia i miei soldi. Sono le contraddizioni della Commissione europea. Ricapitoliamo. L'Europa obbliga Murdoch monopolista satellitare voluto dal governo Berlusconi - la gente lo dimentica, ma è stato Berlusconi a far venire Murdoch in Italia contro la volontà dell'Europa- nel 2003 a vendere le 2 frequenze analogiche di Telepiù bianco e Telepiù nero»

L'Europa diceva che bisognava creare o far creare una paytv... «Esatto. Non c'era l'acquirente, così il sottoscritto decise di investire 110 milioni di euro per le due frequenze analogiche, altri 70 per digitalizzarle ed altri 80 in contenuti per Sportitalia. Adesso arriva la gara delle frequenze e SKY vi partecipa potendosele aggiudicare a titolo gratuito nel cosiddetto beauty contest. Che qualcuno mi ridia i miei soldi e amici più di prima»

La pay tv lei l'ha fatta nel frattempo? «Ho dimostrato che l'Europa aveva ragione nel far creare un competitor su un'altra piattaforma al monopolista satellitare; il competitor è diventata Mediaset Premium. Invece di dirci grazie, ora, l'Europa anticipa l'ingresso di Sky sulla piattaforma concorrente. E seccante. L'ho detto pure al mio amico Rupert»

E l'amico Rupert, scusi, una volta che glielo ha detto, come ha reagito? «Ha riso. Mi ha detto: scusa non è una faccenda personale, è l'Europa che mi ha autorizzato. E' un uomo d'affari, prima l'hanno obbligato a vendere a me; mica sapeva che poi cambiavano le regole. Credo che il compito del viceministro Romani, persona intelligente, di fare chiarezza in questa selva di leggi, leggine, contraddizioni dell'Agcom sia complicatissimo. Sono anni che sono qui e non ci ho mai capito...»

Non si preoccupi è normale, anche per chi segue la faccenda da anni, il tutto è coperto da un velo d'oscurità. Di certo, nelle telecomunicazioni, c'è solo che Paolo Romani sta lavorando per sfilare il monopolio delle reti a Telecom. Ha ragione Romani o Telecom? Le ricordo che lei è azionista Telecom. «Lo so, grazie.. Diciamo che Romani sta lavorando per una grande rete aperta a tutti. Ha ragione nel cercare di difendere l'interesse pubblico. Ma dal punto di vista di Telecom noi tuteliamo il nostro interesse privato. Anche perché la rete è costata decine e decine di miliardi; non è che Telecom possa darla gratis. E a chi? Ai suoi concorrenti? L'idea del governo italiano è generosa, ma per noi lo è meno. Dobbiamo fare una trattativa che non ci danneggi...»

Si parlava di lei anche come mente della... «...fantomatica fusione Telecom/Mediaset. So anche questo. Ma è una leggenda metropolitana che sa di spy story: Tarak è amico di Berlusconi in Telecom, si prende la La7, ecc. Ma a chi converrebbe? Intanto Mediaset sarebbe in una posizione dominante infernale... E poi non è negli interessi degli azionisti di Mediaset che non ha debiti...»

Però Telecom ha la rete... «Vero. Ma a Mediaset hanno la tv e il digitale terrestre, non è che possono avere tutto. Tutto il resto sono favole, invenzioni giornalistiche, ancora una brutta sceneggiatura. Soltanto brutti film sto vedendo fino adesso»

Telecom Italia Media con Mentana sta andando bene. Se tocca il 4% introita 40 milioni di euro, può via via ripianare i suoi debiti. Se l'aspettava? «Come azionista sono contento se Telecom Italia Media non perde più, ora costa una fortuna»

OK. Il concetto è chiaro. Mentana. «Guardi che Mentana l'abbiamo voluto noi, anche Berlusconi era d'accordo. . .Bernabè me l'ha detto, ho verificato col governo, era tutto a posto. Oggi sono tatti contenti»

Dopo due visite da Berlusconi e sei mesi di purgatorio, però... "Non è vero. Mentana aveva invece la possibilità di tornare a Mediaset con molti soldi»

L'avrebbero sepolto vivo. Lei ha sempre avuto buoni rapporti con Mediaset. Per esempio era presente quando Berlusconi non vendette a Murdoch su richiesta di Marina e Piersilvio. Fece bene, col senno di poi? «Sì. Loro gli chiesero: facci andare avanti. Hanno dimostrato che non erano soltanto degli eredi. É sempre meglio avere figli che dimostrano al padre che sono andati un attimo più lontano diluì. Hanno creato la competition sulla pay tv. Il risultato è che Berlusconi, l'uomo accusato di posizione dominante è l'unico che ha creato la competizione di pay in Europa; in tutti gli altri paesi c'è il monopolio, in Spagna, Francia, Germania, Inghilterra. Con la pay Piersilvio ha avuto l'intelligenza di capire che in periodo di crisi mondiale dove la gente cercava il low cost, c'era bisogno di una tv a pagamento low cost»

Lei stesso è tycoon televisivo. In Italia ha Sportitalia. In Tunisia Nessma Tv. "Sportitalia sta beneficiando dell'effetto digitale terrestre soprattutto nelle aree ali digitai mentre con Nessma dopo un anno e tre mesi siamo il numero uno in Algeria e in Tunisia, i quarti in Marocco e la prima tv privata araba. Abbiamo creato il mercato; anche li perdo il tempo a smentire che i libici siano in Nessma... In Italia c'è libertà di stampa, ma spesso diventa libertà di disinformazione. Bisogna stare attenti che quest'eccesso di libertà ammazza la democrazia, quando si va oltre le regole del gioco»

Bè, a lei il gioco piace. É andato ospite da Santoro. E tutti a chiedersi: perché, se è tanto amico di Silvio, Tarak vada Michele e non da Bruno Vespa? «Sono andato da Santoro perchè mi ha chiamato Santoro e non Vespa. Non ho esitato, avevo rispetto di Santoro, un arbitro di parte ma corretto; ma quando ha cercato di mettermi all'angolo gli ho ricordato che ero nato nel sud e non doveva fare il furbo con me. Mi è simpatico Travaglio anche se un tantino eccessivo, dovrebbe sorridere di più e così potrebbe fare il cinema gliel'ho anche detto: nella parte di Robespierre. Santoro ha risposto: ma Robespierre è finito male. E io: sono i rischi del mestiere... »

Fonte: Estratto dall'intervista di Francesco Specchia per "Libero Quotidiano"

Mer, 15 Set 2010

Tv digitale: chiudono 30 canali in Valle d'Aosta a causa di due furti

In seguito a due furti di apparecchiature per le trasmissioni del digitale terrestre (trasmettitori, ponti di collegamento e ponti di interconnessione) del valore complessivo di circa 800 mila euro, 30 canali sono stati spenti in Valle d'Aosta per decisione di un editore televisivo. Dopo un primo furto di attrezzature analoghe avvenuto all'inizio del mese di settembre a Verre's, ieri si e' verificato un secondo episodio nella postazione di trasmissione in localita' di Salirod, sopra Saint-Vincent. Le due postazioni fanno capo all'imprenditore piemontese Mauro Pagliero, editore tra i tanti canali di E21, Studio Nord, Rete Saint-Vincent e Aujoud'hui Valle'e. In 15 giorni l'editore e' stato colpito da due furti che lo hanno messo in ginocchio e per questo motivo Pagliero ha deciso di chiudere la sede in Valle d'Aosta e trasferire i quattro dipendenti nella sede centrale del gruppo a Castellamonte.

Fonte: adnkronos

Mar, 07 Set 2010

Digitale terrestre, vigilia dello switch-off dell’AT3: déjà vu full color del settembre 1990

Un po’ come accadde alla vigilia della scadenza per la presentazione delle domande per l’ottenimento della concessione prevista dalla L. 223/1990 - fissata al 23 ottobre 1990 - in queste settimane se ne vedono e sentono di tutti i colori. Nel settembre 1990 alcune grandi emittenti locali fecero sforzi sovrumani per assurgere allo status (formale, per il sostanziale ci sarebbe stato tempo…) di tv nazionale. Altre conclusero in fretta e furia scambi di canali che solo nella primavera precedente avevano sdegnosamente rifiutato per il sol fatto che il concorrente ne avrebbe ricavato pari beneficio. Taluni scelsero di mollare il colpo, incassando la certa pecunia temendo l’incerto rilascio del futuro titolo all'esercizio. Non pochi disinvolti dichiararono il non perfettamente vero, mentre altri onesti si sarebbero pentiti in futuro di non averlo fatto. Giusto venti anni dopo, con i dovuti distinguo tecnologici, in un settembre pieno di dubbi, accade lo stesso. Grandi stazioni locali, coscienti di non poter comunque competere coi fornitori di contenuti e gli operatori di rete nazionali stanno costituendo consorzi per veicolare sui propri capienti mux (che col DVB-T2 diverranno ancor più capaci), possibilmente distribuiti uniformemente lungo la penisola, la collazione dei propri migliori prodotti editoriali, puntando a coprire le spese di gestione della rete (consortile) affittando banda a nuovi content provider (nazionali o, più probabilmente, internazionali) o a facoltosi affamati di vettori di dati via etere. Altri operatori locali stanno legando accordi per scambiarsi - last, but not least - capacità trasmissiva, estendendo la rete senza costi aggiuntivi (bello ottenere la superassegnazione frequenziale, ma poi bisogna anche attivare gli impianti e mantenerli in esercizio), il tutto in coscienza della criticità di un Piano di assegnazione delle frequenze che più puntellato di così non si può. Non pochi tenteranno di dimostrare di sfruttare appieno la capacità trasmissiva, tirando per il lungo e per il largo un risicato palinsesto analogico, moltiplicato come gli evangelici pani e pesci. Per par suo, il Ministero dello Sviluppo Economico, ancora alla ricerca di una testa stabile, sembra che cercherà di quadrare il cerchio, ipotizzando la ridistribuzione delle frequenze che requisirà per mancato utilizzo a coloro che dovranno abbandonare i canali dal 61 al 69 UHF entro il 2015 per far posto all’improrogabile banda larga in mobilità. Insomma, tanto per cambiare ci aspetta un autunno con tante castagne sul fuoco.

Fonte: Newslinenet

Gio, 02 Set 2010

NUOVA DATA Aree di switch-off per giorno
25/10/2010 Lunedì Provincia di Vercelli
26/10/2010 Martedì Verbania e parte della provincia
27/10/2010 Mercoledì Verbania e parte della provincia
28/10/2010 Giovedì Provincia di Verbania
29/10/2010 Venerdì Province di Verbania e Varese
02/11/2010 Martedì Provincia di Como
03/11/2010 Mercoledì Province di Como, Sondrio e Varese
04/11/2010 Giovedì Sondrio e provincia
05/11/2010 Venerdì Provincia di Sondrio
08/11/2010 Lunedì Province di Bergamo e Brescia
09/11/2010 Martedì Provincia di Bergamo
10/11/2010 Mercoledì Provincia di Bergamo
11/11/2010 Giovedì Provincia di Bergamo
12/11/2010 Venerdì Provincia di Brescia
15/11/2010 Lunedì Provincia di Brescia
16/11/2010 Martedì Provincia di Brescia
17/11/2010 Mercoledì Provincia di Brescia
18/11/2010 Giovedì Como, Lecco e relative province
19/11/2010 Venerdì Biella e provincia, provincia di Vercelli
22/11/2010 Lunedì Province di Asti e Alessandria
23/11/2010 Martedì Provincia di Parma
24/11/2010 Mercoledì Province di Parma e Piacenza
25/11/2010 Giovedì Asti, Alessandria e relative province, provincia di Pavia
26/11/2010 Venerdì Milano, Monza, Varese, Bergamo, Brescia, Pavia, Lodi, Cremona, Novara, Vercelli, Parma, Piacenza e parte delle relative province

Fonte: GID Italia

Mar, 03 Ago 2010

Dal 25 ottobre al 15 novembre si effettuerà il passaggio definitivo dalla tecnica analogica alla tecnologia digitale, con il graduale spegnimento di tutte le trasmissioni televisive in analogico in Piemonte Orientale e Lombardia (dal 25 ottobre al 26 novembre) e in Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia (dal 27 novembre al 15 dicembre).

Il Comitato Nazionale Italia Digitale (composto dai rappresentanti dell'Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni, delle Regioni, delle associazioni di Tv locali e delle emittenti nazionali, dei produttori e distributori, dei consumatori e presieduto dal vice ministro allo Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni, Paolo Romani), ha concordato sulla data proposta dal ministero che sancisce il posticipo dell'inizio delle operazioni (previsto inizialmente per il 15 settembre), al fine di garantire le condizioni necessarie perché sia possibile il passaggio alla nuova tecnologia in un'area tanto vasta e complessa.

Lo switch off nella Regione Liguria è stato, invece, posticipato al primo semestre del 2011, anche al fine di valutare la compatibilità radioelettrica con l'area tecnica toscana. La complessità tecnica del Piano Nazionale di Assegnazione delle Frequenze, elaborato dall'Agcom, e i conseguenti problemi con le emittenti locali, hanno dilatato i tempi e impedito sino ad oggi la convocazione dei tavoli tecnici regionali propedeutici alle relative delibere di pianificazione e all'assegnazione delle frequenze da parte del ministero.

Il Piano, infatti, è stato approvato e pubblicato sul sito solo il 28 giugno 2010. Questo, assieme alle incertezze relative alla numerazione automatica dei canali - il regolamento è stato approvato dall'Autorità il 17 luglio scorso - hanno reso necessario, nel rispetto delle esigenze di tutti gli attori del processo (comprese le imprese della produzione e distribuzione degli apparati), il rinvio a una data che consentirà, in ogni caso, di ultimare il passaggio in tutte le aree in oggetto entro il 2011. Stanno, infatti, proseguendo positivamente gli incontri delle associazioni con l'Autorità e con il ministero per una verifica sulla disponibilità delle frequenze da assegnare alle Tv locali nelle aree tecniche da digitalizzare e il ministero si è impegnato a garantire la protezione del segnale delle emittenti dalle interferenze con gli Stati confinanti.

L'Autorità, nel frattempo, si è impegnata ad approvare il piano di assegnazione delle frequenze della Lombardia e del Piemonte orientale – previa convocazione degli operatori ai primi di settembre – e a pubblicarlo sul proprio sito in tempi immediatamente successivi in modo da consentire al ministero di procedere all'assegnazione delle frequenze nell'area tecniche in tempo utile.

In attesa della pubblicazione del regolamento sull'LCN da parte dell'Autorità, ormai imminente, sono, inoltre, in fase di avanzata elaborazione i bandi (uno per le aree già all digital e uno per le aree da digitalizzare) con cui verranno invitati a presentare le domande per l'attribuzione del numero i fornitori di servizi di media audiovisivi.

Fonte: digital-sat

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